Gioacchino da Fiore e Vassily Kandinsky
Lo spirito e l’astrazione

“La Parola, una ben piccola scintilla che accende l’universo“, Gioacchino da Fiore.

Gioacchino da Fiore, monaco e mistico calabrese vissuto nel dodicesimo secolo, di “spirito profetico dotato”, come ce lo presenta Dante nel Paradiso, computa, disegna, dipinge, racconta nei suoi scritti la vicenda dell’uomo e di Dio.
E dice che la sua storia non è lineare, non è cronologica, non ha inizio e non ha fine. Quando lo Spirito interviene, nessuna cancellazione o sovrapposizione del Padre o del Figlio. Lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio. E l’impossibile figurazione produce opere la cui eco non cessa [...].


“Dinanzi a un’impellente necessità, le barriere sono travolte“, Vassily Kandinsky.

Curioso della tradizione medioevale, dei colori e delle leggende delle regioni più interne della sua terra, Kandinsky trova nella pittura e nella teoria il modo di accostare lo spirito di Dio all’umanità, ma anche qui, l’impossibile approdo alla figurazione passa al galoppo di un cavallo e del suo cavaliere azzurro di antico lignaggio [...].