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San Carlo Borromeo
Fabiola Giancotti (introduzione e cura)
L’oralità, la narrazione, la comunicazione. Instructiones prædicationes, 1575
ePub-Mobi, 5,4 MB
Editore: IL CLUB DI MILANO
ISBN: 9788897618065
Data pubblicazione: gennaio 2012
€ 1,99
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San Carlo Borromeo
Fabiola Giancotti ((introduzione e cura)
L’oralità, la narrazione, la comunicazione. Instructiones prædicationes, 1575
È il testo di Carlo Borromeo sulla comunicazione che ciascun esperto di comunicazione, oggi, dovrebbe leggere... È la raccolta di istruzioni, norme,editti stabiliti nei concili, nei sinodi e negli appunti di san Carlo Borromeo sul modo di predicare, raccontare, parlare. C’è la traduzione, la trasmissione, la trasposizione. Pubblicate per la prima volta nel 1575, verranno riproposte in latino in tutte le edizioni degli Acta Ecclesiae Mediolanensis, a partire dal 1582. Questa è la versione in italiano, tradotta e pubblicata nel 1873 da un sacerdote dell'Oratorio san Filippo Neri di Torino.
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Indice
Fabiola Giancotti, Introduzione. Come si dicono le cose. Le Instructiones prædicationis di Carlo Borromeo
San Carlo Borromeo, Instructiones prædicationis
§ I. Di quelli ai quali corre l’obbligo di predicare la parola di Dio
§ II. Della probità e integrità di costumi del predicatore
§ IV. Della preparazione generale da premettersi prima d’intraprendere fruttuosamente il ministero della predicazione
§ V. Del regolamento di vita di un predicatore nel tempo che esercita il suo ministero
§ VI. Della preparazione prossima da premettersi alle singole prediche
§ VII. Dell’ufficio del predicatore sul pulpito
§ VIII. Di un’antica usanza da osservarsi nel predicare e degli ornamenti del predicatore
§ IX. Del tempo e del luogo in cui si deve predicare
§ X. Delle fonti della sacra predicazione
§ XI. De’ peccati che più frequentemente commettonsi contro la legge di Dio, contro i quali dee accendersi lo zelo del predicatore
§ XII. Dell’obbligo del predicatore di opporsi continuamente alle cattive usanze, sorgenti di molti peccati
§ XIII. Dell’officio del predicatore nell’ammaestrare i fedeli circa l’uso santo dei sacramenti
§ XIV. Delle virtù ed opere buone che debbonsi dal predicatore promuovere ed inculcare
§ XV. Delle pratiche della Chiesa e dell’amore alla preghiera che debbonsi raccomandare ai fedeli
§ XVI. Dello zelo del predicatore nell’istituire opere pie, nel togliere gli abusi e nell’uniformare la sua predicazione alle intenzioni e governo del Vescovo
§ XVII. Delle cose spettanti alla forma della predica
§ XVIII. Del decoro
§ XIX. Dello stile del predicatore
§ XX. Della voce e del movimento del corpo
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Responsabilità, direzione e cura di Milano: perciò i mezzi e gli strumenti sono nella parola. Impossibile
qualsiasi intervento, per Carlo Borromeo, senza l’invenzione di dispositivi che non tenessero conto delle cose
da fare in una vasta area esposta a ogni sorta di credenze, di pregiudizi, di miserie.
Pochi a quell’epoca leggevano, studiavano, godevano della bellezza della lingua, potevano dilettarsi con la
letteratura. Ma, in ciascuna era, l’esigenza della parola è impossibile da arginare, da controllare, da
padroneggiare. E non è di competenza degli studiosi. Nei vari strati, ciascuno trova il suo modo, le sue parole,
il suo discorso, la sua particolarità. Impossibile però sistematizzare e applicare il modo, le parole, il discorso,
la particolarità. La parola non può essere addomesticata né a fin di bene né a fin di male. I vari trattati
sull’eloquenza prima pagana poi in qualche modo riadattata dal cristianesimo, in effetti, altro non sono che
esercizi per l’impossibile trattamento della parola.
Le questioni sulla lingua, sempre attuali e ricche di ragionamenti, hanno preso e prendono strade spesso
accademiche, talvolta artistiche. Carlo Borromeo, assumendo un compito importante per la città di Milano,
ha voluto dare un contributo raccogliendo norme, regole e motivi da concili, ragionamenti, esigenze e
discussioni “in parte appresi dagli insegnamenti dei dotti e dalla dottrina dei santi, in parte eziandio dalla
pratica di eccellenti predicatori”. Ne ha redatto una serie di istruzioni utili al mestiere di predicatore, ma
anche di novellatore, di narratore, di scrittore.
Mentre la questione della trascrizione, postasi più volte nel corso dei secoli, ha trovato varie difficoltà, e
vedremo quali.
Ciascuno studierà di attenersi a queste istruzioni, ma sarà libero di “far aggiunte, mutazioni, o anche
sopprimere qualche punto secondo il particolare bisogno” di quella chiesa o di quella contrada.
Oratore sacro o predicatore, Carlo Borromeo si accorge che non chiunque è efficace, si chiede il perché,
analizza la questione, cerca, ascolta e propone. Mette alla prova i talenti, raccoglie amici, prelati, studenti e
studiosi affidando loro il compito di comporre un “homilario” secondo le acquisizioni secolari dei Padri della
Chiesa, le recenti divulgazioni a mezzo stampa, le più vicine esperienze episcopali. Fa ragionamenti egli
stesso e giunge a formulare alcuni aforismi che compongono queste istruzioni [...]
“Non getti alla rinfusa” “tutto quanto ha letto e studiato” poiché così come l’ha letto e studiato non
giunge agli uditori che ora ha dinanzi. E non “faccia pompa dei suoi talenti”. Valuti il tono, le parole, le
pause, i contenuti; abbia prudenza e umiltà. Ascolti, e forse troverà il modo di farsi ascoltare. Ma “non si
smarrisca al vedere assai scarsa la sua udienza”, né si aspetti di raccogliere i frutti dove ha seminato. Si
fornisca di tutti gli strumenti necessari e “non sia negligente o sonnacchioso”, approssimativo o
annacquato. Ma per essere efficace non predichi come egli crede che abbiano fatto altri, e non usi modalità
altrui imparate negli studi. Secondo l’occorrenza, scommetta sull’intelligenza e restituisca, nell’atto, con
l’oralità, quindi con la scrittura, quanto mai finora era stato acquisito. Così “muoverà sé e gli uditori” e “le
sue parole a sé e a tutti risulteranno profittevoli” [...].
(da Fabiola Giancotti, Introduzione. Come si dicono le cose. Le Instructiones prædicationis di Carlo Borromeo)
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Come suscitare l'attenzione durante le omelie, 14 marzo 2013 Di m_barber (milano, Italy Italy) amazon.it
L'oralità, la narrazione, la comunicazione. Instructiones prædicationes, 1575 (Formato Kindle)
La teologia spesso ha argomenti difficilissimi: come spiegarli o, meglio, come raccontarli e fare in modo di suscitare l'ascolto in chiesa, nelle scuole, nelle università?
San Carlo Borromeo oltre a chiedersi quale sia il modo più efficace per fare arrivare la parola di Dio ai fedeli durante l'omelia, si chiede anche quale debba essere la tecnica della predicazione. E così dà indicazioni sul modo di parlare, di gesticolare, e sull'uso delle parole, del tono e del timbro della voce.
È un testo redatto nel sedicesimo secolo, ma sembra scritto oggi per l'ampio registro di indicazioni pratiche che suggerisce ai predicatori, ma in generale a tutti coloro che si servono dell'oralità per la comunicazione. Una volta, le storie della Bibbia e del Vangelo venivano solo raccontate e le omelie, durante la messa, servivano anche per trarre insegnamenti che poi molti tenevano a mente o raccontavano a loro volta.
È un bel modo per imparare a raccontare. Un libro semplice da consigliare sopra tutto agli insegnanti, oltre che, naturalmente, ai sacerdoti.
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